In italiano la parola idiota entra nel XIV secolo, riprendendo di peso per via colta il latino idiota. In latino, idiota significava ‘incompetente, inesperto, incolto’ e proveniva a sua volta dal greco idiótes. Idiótes voleva dire ‘uomo privato’, in contrapposizione all’uomo pubblico, il quale ultimo rivestiva cariche politiche e dunque era colto, capace, esperto; quindi già in greco idiótes valeva ‘uomo inesperto, non competente’. Torniamo alla lingua italiana del Trecento: idiota vi significa (e di lì in poi significherà fino ai giorni nostri) ‘che, chi è stupido, privo di senno, incapace di ben ragionare’ e, anche per influsso della coeva poesia francese, ‘incolto, ignorante’. Come per altri vocaboli di significato simile (stupido, scemo, imbecille ecc.) è possibile fare di idiota un uso, come dire, aggressivo, adoperandolo come epiteto spregiativo o colloquialmente scherzoso.
Idiota ‘chi è malato di idiozia’ risente di una tecnicizzazione medica del vocabolo idiozia e famiglia (idiota, idiotismo), che ci proviene dal francese dell’Ottocento. L’idiozia come ‘grave malattia dello sviluppo mentale’ ha cessato da tempo di costituire una fattispecie nosografica valida nella medicina. Insomma, oggi idiota e idiozia restano nel dominio esclusivo della lingua comune.
fonte: Treccani
Mai discutere con un idiota, ti trascina al suo livello e ti batte con l’esperienza.
Oscar Wilde